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ToggleUn sistema di videosorveglianza dentro la propria abitazione deve essere conforme a quanto previsto dal GDPR?
Molto spesso ti sarai chiesto se per installare un sistema di videosorveglianza, magari con allarme, all’interno della tua abitazione sia necessario dover rispettare quanto previsto dalla normativa privacy. Qualsiasi sistema di videosorveglianza, installato nell’ambito delle parti comuni, richiede la conformità al GDPR. Ma per quanto riguarda invece telecamere posizionate all’interno di un’abitazione privata, il discorso è differente.
In questo articolo capiremo quali regole per la privacy occorre seguire per installare delle telecamere dentro casa.
Videosorveglianza in abitazione: devo conformarmi al GDPR?
Per installare un sistema di videosorveglianza dentro la propria abitazione non occorre essere conformi al GDPR.
L’articolo 2 punto 2 lett. c) del GDPR prevede che la relativa normativa non si applichi a quei trattamenti effettuati da una persona fisica per l’esercizio di attività a carattere esclusivamente personale o domestico, com’è appunto la videoripresa di spazi interni alla propria abitazione privata.
Discorso differente sarebbe invece se l’immobile del condomino fosse utilizzato per la propria attività professionale. In questo caso il condomino dovrebbe conformarsi alla disciplina del GDPR, con tutta la relativa documentazione e i conseguenti adempimenti. L‘articolo 2 punto 1 del GDPR infatti prevede che il GDPR si applichi a quei trattamenti interamente o parzialmente automatizzati di dati personali e al trattamento non automatizzato di dati personali contenuti in un archivio o destinati a figurarvi. L’esonero dalla disciplina del GDPR potrebbe aversi solo nell’ipotesi – remota – in cui nell’ambito dell’attività professionale, il condominio trattasse dati solamente in modalità cartacea e senza inserirli in alcun archivio.
Per quanto attiene alla mera videosorveglianza occorrerà chiaramente che le telecamere non riprendano aree esterne, ma solo ed esclusivamente gli spazi interni all’abitazione.
Telecamere in casa: quando può essere illecito?
L’installazione di telecamere in casa può essere illecito, comportando profili di responsabilità penale, quando ciò avvenga senza il consenso dei conviventi.
La Corte di Cassazione con la sentenza numero 4840 del 2 febbraio 2024 ha ritenuto illecito e atto a configurare il reato di cui all’articolo 615 c.p. (interferenze illecite nella vita privata), il comportamento di un uomo che aveva installato un sistema di videosorveglianza in casa propria, al fine di monitorare i movimenti della moglie e dei figli, ma lasciando questi allo scuro di tutto ciò. La Suprema Corte ha ritenuto che affinché questo comportamento possa essere lecito, è necessario che vi sia il consenso dei soggetti coinvolti. In assenza di tale presupposto il comportamento in questione costituisce una violazione della vita privata, a prescindere da qualsiasi intenzione.
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Autore
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“Avvocato già iscritto all’Albo presso l’Ordine degli Avvocati di Torino. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino con tesi in materia di Big Data e rispetto del Regolamento Europeo per la protezione dei dati personali (GDPR). Specializzato in diritto della privacy, diritto penale e responsabilità civile”.
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