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ToggleCassazione chiara: niente SCIA? Scatta il reato per l’amministratore di condominio
L’obbligo di sicurezza nei condomìni non è solo una questione tecnica, ma anche penale. Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione chiarisce i confini della responsabilità dell’amministratore in materia di prevenzione incendi. Approfondiamo insieme cosa prevede la normativa e perché trascurare la SCIA può costare caro.
L’amministratore può davvero finire sotto processo penale per una SCIA mancante?
Sì, è possibile. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33114 del 2024, ha confermato la responsabilità penale dell’amministratore che non presenta la SCIA per la prevenzione incendi. Questo documento, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, è obbligatorio per tutti quegli edifici, tra cui molti condomìni, che superano determinati parametri strutturali – ad esempio l’altezza di 24 metri – oppure che comportano il rischio di incendio per la presenza di materiali infiammabili o impianti potenzialmente pericolosi. Quando l’amministratore omette questo adempimento, non solo viola un obbligo formale, ma mette a rischio la sicurezza delle persone, configurando così un vero e proprio reato previsto dall’articolo 20 del D.Lgs. 139/2006.
È responsabile anche se la SCIA mancava prima del suo incarico?
Sì, anche se la mancata SCIA risale al precedente amministratore. Secondo la giurisprudenza, la responsabilità penale può essere estesa anche a chi subentra nella gestione del condominio se non provvede tempestivamente a sanare le irregolarità ereditate. La logica è chiara: l’amministratore, una volta assunto l’incarico, è tenuto ad attivarsi per mettere in regola l’edificio con le normative vigenti in materia di sicurezza antincendio. Se non lo fa, risponde penalmente allo stesso modo di chi ha originato l’inadempimento. Non è sufficiente, ad esempio, dimostrare che sono stati effettuati controlli agli estintori. Quello che conta è che la documentazione relativa alla prevenzione incendi – e in particolare la SCIA – sia presentata e aggiornata secondo legge.
Quali sono le conseguenze se l’amministratore non presenta la SCIA?
Le sanzioni non sono solo amministrative, ma anche penali. In caso di omissione, l’amministratore può essere punito con l’arresto fino a un anno oppure con un’ammenda che va da 258 a 2.582 euro. Si tratta di un reato che si perfeziona nel momento in cui i Vigili del Fuoco accertano l’assenza della SCIA durante una verifica ispettiva. Questo vuol dire che non è necessario un incendio o un sinistro per determinare la colpevolezza: basta il controllo e la mancanza del documento. Da qui l’importanza di mantenere la documentazione aggiornata, soprattutto nei casi in cui la struttura del fabbricato o la sua destinazione d’uso rientri nelle categorie soggette a controllo secondo l’allegato I del d.P.R. 151/2011.
Quali edifici condominiali sono soggetti alla SCIA antincendio?
Non tutti i condomìni, ma molti sì. In particolare, sono soggetti all’obbligo di presentazione della SCIA quegli edifici che, per dimensioni, altezza, numero di occupanti o presenza di impianti a rischio, rientrano nelle categorie individuate dal d.P.R. 151/2011. Il caso tipico è quello degli edifici residenziali superiori ai 24 metri, ma non è l’unico. Spesso, all’interno dei condomìni sono presenti autorimesse, centrali termiche, locali tecnici o depositi di materiali infiammabili che aumentano il rischio incendio. È quindi compito dell’amministratore accertarsi, con il supporto di un tecnico abilitato, se l’immobile rientra tra quelli che devono essere dotati di SCIA e, in caso positivo, procedere all’invio e al rinnovo della stessa.
Cosa deve fare l’amministratore per mettersi al sicuro da responsabilità penali?
Deve agire con diligenza, documentarsi, affidarsi a tecnici specializzati e non sottovalutare l’importanza della prevenzione. La gestione condominiale oggi richiede competenze che vanno ben oltre l’amministrazione contabile. In particolare, la sicurezza è diventata un ambito in cui l’amministratore è chiamato a rispondere personalmente. Non basta “fare qualcosa”, ma è necessario dimostrare di aver fatto tutto il necessario per essere in regola con la legge. Questo comporta anche monitorare lo stato degli adempimenti lasciati dai predecessori e intervenire subito per regolarizzare eventuali mancanze. La Cassazione è stata chiara: non agire è una colpa grave, soprattutto quando in gioco c’è l’incolumità degli abitanti.
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